venerdì 12 agosto 2016

Ancora danni dal fiscal compact. La crescita rallenta ancora. Coraggio: ridiamo speranza all'Europa!

Il dato sulla crescita economica appena diffuso dall'ufficio di statistica europeo (crescita nel II trimestre +0.3%) certifica quanto si iniziava a capire. L'incertezza del quadro geopolitico - le guerre e e le prossime elezioni per capirci - unita a fattori specifici per ogni Paese (referendum per UK, banche per l'Italia) pesano sulle prospettive di crescita del vecchio continente. 

Al QE della ECB occorre aggiungere una politica europea di investimenti pubblici e di incentivi a quelli privati. Ma deve essere compiuto uno sforzo comune europeo ed evitare singole mosse dei governi. 

Non credo che la Germania possa essere propensa ad un piano di Investimenti pubblici finanziato in deficit, magari a carico del bilancio comunitario. E così lentamente sprofondiamo nella secular stagnation e ci aggrappiamo alla speranza che Industria 4.0 ci salvi tutti. 

Chissà che il prossimo vertice di Ventotene non ci porti qualche concreta novità. Parole e annunci forse. Novità concrete non me le aspetto. Basterebbe che Italia, Germania e Francia si accordassero per portare i propri deficit al 5% (oophs.. quello della Francia è sostanzialmente già li) riconoscendo l'esigenza di "circostanze eccezionali" come indicano i trattati. 

Non bastano le guerre, le migrazioni, la recessione, la disoccupazione per spingere i nostri governanti ad un coraggioso passo come quello di investire nei propri Paesi? 

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