domenica 27 novembre 2016

Alla ricerca di Alibi

L'Italia spesso è alla ricerca di alibi per fare o non fare le cose. Era così che giustificava la sua politica estera, che veniva definita "dei giri di Walzer" per la capacità di cambiare - con una giravolta - partner senza mai perdere di vista l'ultimo ballerino al quale ci si era accompagnati.

Nonostante questa attitudine, quello che stiamo vivendo in questi mesi in Italia è impressionante. Abbiamo perso l'identità democratica che ci ha portato ad un livello di benessere, ma anche di debito, che oggi non riusciamo a condividere con chi ne ha bisogno. Il livello di individualismo è così alto che il motto che vedo oggi meglio rispecchiare la nostra società è "mors tua, vita mea".

La nostra vittoria è il fallimento, completo, della controparte. Così l'Europa. Così i migranti. Così i senza lavoro. 

L'Italia è devastata da un terremoto fisico, politico e morale. È alla ricerca di una nuova identità politica, che fatica a venire a galla soffocata com'è da slogan, polemiche e invettive. È alla ricerca di nuove allenze, non avendo mai voluto consolidarne una. 

È a galla grazie alla protezione europea, ma questo nessuno lo vuole ammettere. Giochiamo una partita di serie A con una squadra non adatta, che per vincere avrebbe bisogno di maggiore unità ed invece gioca un tutto contro tutti. 

La battaglia che è in atto determinerà il futuro delle prossime generazioni. Dei nostri figli.

Io non mi darò per vinto. Spero tanti Italiani riprendano in mano la vita sociale e politica del Paese, contribuendo con opinioni e idee allo sviluppo sociale. 


mercoledì 23 novembre 2016

Avanti con la banking union!

Avanti con la banking union! Finalmente!

E questo quello che ho pensato quando ieri la commissione europea ha approvato la proposta di direttiva, che oggi molti giornali riportano sulla prima pagina. 

Da una prima velocissima analisi c'è da dire che effettivamente ci sono elementi molto importanti e che vanno  nella direzione auspicata dagli italiani. Si tratta del fattore di correzione per i prestiti alle piccole e medie imprese,  una diversa ponderazione dei prestiti per la realizzazione delle infrastrutture, che in Italia sono legate molto ai prestiti bancari, di un primo tentativo di armonizzare le regole del fallimento in Europa. 

Un primo passo. Ma per un rilancio dell'economia occorre superare il bancocentrismo europeo, sviluppare il mercato dei capitali, e sopratutto consentire politiche pubbliche di supporto alle PMI.


domenica 6 novembre 2016

Sì o No. Il referendum è solo una scusa per non fare politica.

Il referendum potrebbe essere l'ennesima prova di immaturità politica del cittadino italiano. E ovviamente dei partiti e dei movimenti politici italiani. 

Oggi ho chiesto a molte persone se andranno a votare. Quasi tutti hanno detto "sì". Non volevo sapere cosa avrebbero votato, ma la discussione si è subito aperta; e non sulla bontà della riforma costituzionale, ma sul governo. Il fatto è che, secondo questa piccola audience che ho intervistato stamane, il governo ha fallito nel risolvere la situazione. I temi a supporto di questa tesi sono stati: "ora il medico di famiglia non ti scrive neppure più le visite"; "l'immondizia per le strade cresce"; "siamo pieni di immigrati che vivono alle nostre spalle, tutto gratis e mio figlio non ha neppure un lavoro". 

Vi risparmio le frasi più crude, ma è evidente che nel voto del 4 dicembre sarà determinante - come sempre nelle elezioni - la pancia della gente, piuttosto che il sentimento e la ragione. Così la politica ci ha abituato. 

Questo lo sa anche Renzi, che ha cambiato il suo modo di approcciare la campagna referendaria. Ma contro la pancia della gente, le parole non bastano. Neanche le grida e le frasi strafottenti verso l'Europa possono servire. 

Occorre tornare alla politica. Quella che media le posizioni per realizzare il bene comune. Della necessità della politica, se ne accorgono tutti, anche il MS5, oggi di fronte alla sfida di governare; una volta chiamati ad amministrare, occorre contemperare esigenze diverse, che in campagna elettorale si uniscono nella protesta e quindi è facile coalizzare contro chi, in quel momento, sta governando. Facendo leva sull'insoddisfazione, si vincono le elezioni, ma non si governa. L'altro modo di vincere le elezioni è vendendo sogni, ma quando si governa la realtà mette a nudo la leggerezza con cui alcune affermazioni sono state fatte durante la campagna elettorale. 

Il Paese è stanco. Si attacca ancora ai sogni ed alla speranza. Al sogno di avere una classe politica in grado di governare, nella speranza di avere un futuro migliore. Non vedo consapevolezza nella classe politica dello stato del Paese. Troppa frammentazione nei partiti e poca voglia di fare scelte, sopratutto di metter da parte personalismi, per dare un futuro al nostro Paese.