giovedì 29 maggio 2014

Procurement pubblico. Occasione per la crescita.

Stamane al #FPA2014 si è parlato anche di procurement pubblico. L'evento inserito nella sezione "revisione della spesa" ha però toccato profondamente il tema della crescita. Sono stati sopratutti il prof. Piga e la D.ssa Bedin a sottolineare il collegamento tra Public procurement e crescita.
Il tema però è apparso anche negli altri interventi, focalizzati su domanda, offerta, organizzazione del procurement, policy making.

La D.ssa Bedin ha ricordato che la spesa per apparti è il 17% del PIL; destiniamo una parte degli appalti pubblici in appalti di innovazione. Questa è la proposta emersa oggi. Si tratta di 50 miliardi di euro per incentivare ricerca e sviluppo nel nostro Paese. Infatti, se c'è domanda, il mercato reagisce e prova a fornire soluzioni. E se le soluzioni richieste sono altamente innovative (pre commercial procurement) la domanda pubblica diventa un fenomenale incentivo a strutturare nuove soluzione. In altre parole la PA deve determinare l'innovazione, ottenendo la riduzione del costo finale della soluzione. Questo approccio supera - a certe condizioni - il tema dell'aiuto di Stato e favorire la crescita.

Il prof. Piga ha parlato delle sfide che Public procurement pone. Intanto recepire la nuova direttiva in modo intelligente. Per esempio la decisione tra cose da recepire e quelle non da recepire, che tradiscono una certa "schizofrenia" tra controllo e discrezionalità. Recepimento delicato, quindi.
Poi occorre affrontare le urgenze del Paese. La recessione, che fa uscire dal mercato le PMI e genera disoccupazione. La proposta è di riservare alle PMI una quota degli appalti come fanno da anni gli USA e da poco tempo UK.



mercoledì 28 maggio 2014

La cosa più importante che ha detto ieri il min. Madia

Ieri ho seguito quanto il ministro Madia ha detto al Forum PA. La cosa che mi ha colpito - e che non viene riportato dai giornali - è che il ministro ha chiara la difficoltà del suo compito e che occorre procedere velocemente, ma in modo sequenziale. Ovvero secondo un progetto complesso, suddiviso in tappe, che però velocemente vengono raggiunte  e superate. Questo è il punto centrale di ogni riforma: avere un progetto e seguirlo fino in fondo.

martedì 27 maggio 2014

Cosa si chiede alla PA oggi? Lo spiegherà oggi il ministro Madia al Forum PA. Starò a sentire. Intanto vi dico la mia.
L’amministrazione pubblica è un fattore di crescita, ma può diventare un freno se non entra in sintonia con i bisogni del Paese. Questo dipende prima di tutto dal fatto che la politica non era (parlo al passato nella speranza che qualcosa sia cambiato) in sintonia con il Paese e quindi o trasmetteva "falsi" input alla PA ovvero input "di parte". La PA, poi, in questo contesto confuso e distaccato, si è creata spazi e norme che ne giustificano l'inefficienza e l'inefficacia. Ripartiamo deforestando le leggi e puntando su una PA qualificata e professionale. 

lunedì 26 maggio 2014

Elezioni Europee

Siamo in attesa di capire cosa accadrà in Europa dopo questa tornata elettorale. Cosa accade in Italia lo abbiamo capito oggi dalla conferenza stampa del primo ministro. "L'Italia deve crederci e tornare a volare alto in Europa; questo è un voto che torna a farci sperare" ha detto il Primo ministro.
L'Italia, però, deve tornare a lavorare sodo per il suo futuro. Deve tornare a lavorare in Europa, per l'Europa, per l'Italia. Questo perché, come diciamo spesso negli incontri  dei Viaggiatoriinmovimento, "se non sei seduto a tavola sei sul menù". Se non ci impegniamo e lavoriamo sodo per il nostro futuro, saremo terra di conquista per chiunque. Ma soli, oggi, nel mondo globalizzato, non potremmo comunque farcela. È per questo che l'Italia non può essere marginale nell'Europa, né l'Europa può essere marginale per l'Italia. Bisogna, quindi, meritarsi un posto di primo piano in Europa; si apre una fase interessante per il nostro Paese. Sfruttiamola al meglio.

domenica 25 maggio 2014

Semplificazione: dove sei?

Ieri abbiamo affrontato uno degli snodi più importanti della democrazia. Le elezioni. Si trattava di quelle Europee. Problema: per votare devo avere la scheda. Dramma! Tra quelle "full" cioè tutte utilizzate, smarrite, o non consegnate in tempo ai neo-diciottenni è stato assalto agli uffici comunali per farsi emettere il duplicato. Grazie a chi ha lavorato ieri per consentire a migliaia di persone di votare, ma non potevamo non sostenere questi costi e evitarci le file per poter esercitare il diritto di voto? Eppure un modo ci sarebbe.
Avete fatto caso che al seggio gli scrutatori hanno un elenco che utilizzano per cercare il vostro nome. Se non avete diritto di voto, non siete sull'elenco. Allora non basta il documento d'identità e la verifica dell'elenco? Serve la tessera elettorale?