lunedì 28 marzo 2016

La politica in cerca di idee. Roma Capitale Digitale.

La necessità di nuove idee per la politica italiana è ormai una certezza. I "cantieri" - così li chiamano per mascherare l'inesistenza della politica, hanno vari nomi. La Leopolda è uno di questi, anche se quella kermesse assomiglia ormai più ad una vetrina o ad una lobby che al vecchio cantiere renziano.

Certo anche per le elezioni di Roma Capitale stiamo assistendo alla partenza di questi cantiere: sotto forma di blog, sito, riunioni temtiche. Tutto pur di intercettare il malpancismo italiano, quel malessere che se diretto alle urne, può determinare la vittoria di un candidato o quantomento il suo lancio verso il ballottaggio.

La vera politica, quella fatta di idee per il futuro, giace nei ricordi. I primi cittadini diventati primi ministri sull'onda del "fare" e dell'essere stato sindaco vuol dire "io so risolvere i problemi", dimenticano che la politica di cui ha bisogno un Paese non è uguale a quella di cui ha bisogno un Paese.

Certo ci sono alcune cose che servono sia nella politica locale che in quella nazionale. Trasparenza, lealtà, chiarezza di obiettivi, impegno. Ma anche visione. Visione di quello che il Paese o la città sarà tra 20 anni. Molto di questo manca nel dibattito che ci avvicina alle elezioni delle principali città italiane, ma anche nel dibattito politico nel nostro Paese.

Ne i viaggiatori in movimento (vai al sito) stiamo cercando di costruire un nuovo modo di fare politica. O forse è il solo modo. Confronto di idee e visione di un'Italia diversa in un'Europa diversa.

Ma veniamo ora alle prossime elezioni di Roma. Il dibattito sulle cose da fare non decolla. E' per questo che ho deciso di iniziare a proporre alcune scelte per il futuro di Roma.

Roma Capitale Digitale

Roma ha due vantaggi rispetto alle altre città.

Il primo vantaggio. Roma è ben collegata con il resto del Paese e l'aeroporto, se ulteriormente sviluppato, la rende collegabile con il resto del mondo. Il secondo vantaggio è la ricchezza di storia, che attira turisti e studenti di storia e d'arte. Questi vantaggi si devono coniugare per creare qualcosa di unico.

Grazie ai collegamenti, Roma è il punto ideale per lo sviluppo di start up innovative e di PMI che puntano sulla ricerca e il digitale. L'amministrazione si impegna a mettere a disposizione spazi, alloggi ed infrastrutture di trasporto per lo sviluppo delle nuove imprese e delle PMI innovative. Per i nuovi servizi digitali sarà necessario avere copertura wifi e banda larga su tutto il territorio comunale. L'amministrazione deve lanciare una gara affinché entro il 2017 tutta la città abbia a disposizione la rete, pronta ad ospitare servizi. E' possibile con le tecnologie a disposizione.

Grazie alla ricchezza di storia ed arte Roma è anche l'unica città che può offrire momenti indimenticabili ed un percorso di formazione inimitabile. Roma si deve organizzare per accoglierli e trattenerli facendoli scoprire ed innamorare della città eterna. L'amministrazione si deve impegnare a definire servizi certificati per agevolare i turisti, in modo che la loro permanenza sia low cost e piena di soddisfazioni: passi per itinerari museali e turistici ad hoc, giovani assunti per fare le guide, alberghi e ristoranti con rating, un portale e app per rendere tutto "a portata di mano". 
Per fare questo, occorre definire una stretta collaborazione con le università del territorio (contenuti, tecnologie e startup) e con il Governo Centrale, che da una digitalizzazione della città e da una sua maggiore vivacità ha solo da guadagnare.

Nel prossimo post troverete proposte per raccolta differenziata, trasporto elettrico, ospedali.  

sabato 12 marzo 2016

In una nuova conferenza di Roma, la speranza della rinascita del Unione Europea.

Il tema della Brexit e delle concessioni fatte dall'Unione Europea alla Gran Bretagna per "convincere" gli inglesi a rimanere legati all'Europa, ci deve portare ad una riflessione più ampia. 

L'eccesso di regole sta distruggendo l'Europa. Non solo quelle fiscali, ma anche quelle che riguardano la vita di tutti i giorni, dalla sicurezza nell'alimentazione, alla produzione di latte ed acciaio, agli ascensori dei nostri condomini. 

Regole che nascono dalla paura che impediscono di imboccare la strada sviluppo e della crescita economica e sociale. 

Tant'è, che potendolo fare, gli Inglesi chiedono meno regole e meno imposizioni da Bruxelles. Che poi questa strategia sia efficace, non lo so. Osservo solo che non vorrei un'Europa senza UK. Non avrebbe senso. 

La volontà di regolare tutto non può derivare dalla ricerca del mercato unico. In parte, a mio avviso, dipende dalla necessità di alcuni produttori europei di conquistare quote di mercato, spiazzando con le regole, la concorrenza. Questo riesce grazie ad un'accorta politica di lobby presso le istituzioni europee, lobby spesso sostenuta dai Paesi membri. 

In parte, però questa eccessiva regolazione nasce dal distacco con cui le istituzioni europee vivono l'Europa. Questo è forse il fattore più preoccupante; sembra quasi che non ci sia fiducia nei Paesi membri e nella loro capacità di regolarsi. Forse questo era vero sul fronte della finanza pubblica. Ma se da un lato si crede alla disciplina dei mercati - in nome della quale vengono imposte assurde regole sugli aiuti di Stato - dall'altro non si può disconoscere questo principio con una regolazione pesante, che crea inefficienza. 

Se ci pensate la BCE ha un'unica regola, attorno cui costruisce la politica monetaria europea. Utilizzando flessibilità ed intelligenza, tempismo e capacità di adattamento. 
Tutte cose che mancano nelle altre istituzioni europee. Certo, non mancano le critiche all'operato BCE, ma queste fanno parte della costruzione della decisione in un sistema democratico. 

Ecco, la nostra Europa ha bisogno di maggiore democrazia. E di poche regole. 

E la nostra sterile richiesta di flessibilità, non si confronta su un piano di ragionevolezza di politica economica, ma con la paura che qualcuno faccia il furbo. Mancano democrazia e fiducia in Europa. 

Se non si riparte da un patto politico per l'Europa, nulla ci può tirare fuori dalla crisi di identità e dal declino. 

Eppure, forse distratti dalle elezioni locali, forse poco lungimiranti, i nostri rappresentati democratici si dimenticano di essere politicamente responsabili verso i propri cittadini e quelli europei. E combattono a colpi di zerovirgola. Che Renzi proponga una nuova conferenza di Roma. Per lanciare un progetto politico, che con visione e responsabilità voglia far ripartire l'Europa democratica di Adenauer e Segni.

giovedì 10 marzo 2016

Dal rilancio dei musei, un'occasione di crescita per l'Italia.


Esulta il ministro Franceschini con i dati alla mano dell'affluenza di visitatori ai musei di domenica scorsa. Come ogni prima domenica del mese, nei musei statali si entra gratis.

Se ragiono sul tema mi viene da pensare che se la domanda è così alta quando il prezzo è zero, vuol dire che il prodotto offerto non è di alta qualità. In altre parole, pur essendo le opere d'arte conservate nei nostri musei di incalcolabile bellezza e interesse storico-culturale, le modalità per la loro fruizione non consente di attrarre masse di visitatori se non quando il prezzo è zero.

Dopo aver esultato, inviterei il Ministro ad una seria riflessione su come questa risorsa dell'umanità è gestita. Rifletterei sulla responsabilità che abbiamo nel rendere più attraenti i nostri musei. Come occorre pensare i musei come attrazione è offrire servizi in linea con le aspettative di viaggiatori. Anzi, far diventare la cultura il motivo principale per cui il nostro Paese torna ad essere la metà del turismo internazionale. Perché abbiamo perso - per chi non se n'è accorto - anche questo primato. E da tempo.

Occorre investire in quello che veniva chiamato il sistema Paese per rendere fruibili musei e città, luoghi di vacanza e di benessere (terme). Non basta un concorso internazionale per scegliere i direttori dei musei se poi tutt'intorno rimane lo stesso. Non basta un film girato a Roma per attrarre i turisti.

Serve un progetto che metta da parte il campanilismo storico imperante nel nostro Paese e metta davanti a tutto un solo ideale: l'Italia