giovedì 11 agosto 2016

Lo strabismo di Renzi e le riforme costose ed inutili.

Del 9 agosto mettevo in evidenza (Leggi qui ) priorità, le sette priorità, che ogni governo dovrebbe affrontare per poter rilanciare l'Italia all'interno dello scacchiere politico ed economico internazionale.

Non vi è dubbio che il primo tema è il rilancio di un sistema politico. Serve qualcosa di profondamente diverso da quello attuale, che abbia la capacità di guardare al futuro senza la necessità di dover perpetuare il proprio potere. Questo cambiamento dipende principalmente, se non esclusivamente, da noi cittadini che non siamo più in grado di apprezzare la buona politica, distinguendola dalle promesse. 

Una buona occasione è rappresentata dal prossimo referendum. Carente è l'informazione che consente ai cittadini di valutare la bontà della riforma. Io provo a dirvi la mia e cercherò di partecipare alle discussione che spero diverranno vivaci, consentendo ai cittadini liberi di trovare la propria posizione in merito al referendum. 

Ecco intanto la mia idea. Io sono contrario all'abolizione del Senato, che in realtà si tratta di una sua riduzione in poteri e competenze.  Io sono convinto della necessità di un bicameralismo perfetto, in quanto consente di esaminare compiutamente una legge e di migliorarla nell'interesse del Paese.  Il detto dice: quattro occhi vedono meglio di due. 

Per migliorare l'iter di approvazione delle norme molto più semplicemente andavano rivisti i regolamenti parlamentari, che spesso sono sfruttati dei volponi della politica e dai parlamentari di professione per ritardare la discussione in aula. Che poi spesso si chiude con l'approvazione "a scatola chiusa" di un maxi emendamento votato insieme alla fiducia governo. Alla faccia del dibattito parlamentare.

Parallelamente avrei promosso l'introduzione di una bicamerale permanente con il compito di uniformare i testi votati alla Camera e al Senato, in modo da evitare superflui passaggi delle leggi da un ramo del Parlamento ad un altro. 

Queste semplici riforme potevano essere approvate con tempi più rapidi rispetto alla riforma voluta da Renzi e avrebbero ottenuto, con minori costi, lo stesso risultato. Anzi ne avrebbero garantito uno migliore, preservando il valore del bicameralismo perfetto. 

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