The new italian Political Crisis has been different compared to the previous one since The Beginning.
First of all the Timing. The Crisis has been Opened just before an Holiday period started. Where Only in the so called first Republic the politician did so, but in very different context. In fact there was only one governing party - the Christian democratic - that was the problem and the Solution at the same time. With the opposition party, the Comunist part, in a position to limit some excess and creating discipline.
Today the situation is different. The evolution of the Political situation is Linked to a single person, not to a party. The opposition is not there to limit or control but it is trying to find its route.
Second point. No external help. This time Italy is alone to solve its problem. As the rest of the world has other problems to deal with.
Third point. The old political generation is still there not so powerful as in the past, but still in a position to influence the result. This is a good news.
Keep in mind these points and may be you will understand what is going on. May be you may immagine how it will end.
Lavoro per il futuro del mio Paese e amo la mia famiglia. Ho iniziato un blog per metterci i miei suggerimenti alla Politica. E' una forma di partecipazione attiva. Sostengo chi ha a cuore il futuro dell'Europa e del nostro Paese. @LourdePatte
mercoledì 14 agosto 2019
domenica 7 aprile 2019
Dismissioni immobiliari? Prima pensiamo...
Siamo alle solite. Nuove dismissioni di immobili pubblici non a reddito, magari senza destinazione d'uso e con le solite polemiche.
Intendiamoci subito. Meglio questo che lasciare gli immobili chiusi o meglio aperti al degrado.
Ma nel corso del tempo era stato pensato uno strumento capace di dare nuova vita agli immobili dismessi prima di metterli sul mercato o destinarli ad utilizzi sociali o produttivi. Che ruolo gioca oggi questa SGR ?
Perché non si da seguito al progetto che prevede che un'agenzia governativa si faccia carico del ruolo di sviluppatore?
Ora vediamo il piano del governo. Magari troviamo le risposte a queste ed altre domande...
Intendiamoci subito. Meglio questo che lasciare gli immobili chiusi o meglio aperti al degrado.
Ma nel corso del tempo era stato pensato uno strumento capace di dare nuova vita agli immobili dismessi prima di metterli sul mercato o destinarli ad utilizzi sociali o produttivi. Che ruolo gioca oggi questa SGR ?
Perché non si da seguito al progetto che prevede che un'agenzia governativa si faccia carico del ruolo di sviluppatore?
Ora vediamo il piano del governo. Magari troviamo le risposte a queste ed altre domande...
mercoledì 2 gennaio 2019
Gestire i rifiuti? Si può fare!
Il tema della gestione dei
rifiuti a Roma deve essere affrontata attivandosi contemporaneamente su due fronti
per definire un modello di gestione efficiente.
1. L’ammontare
degli scarti: a prescindere dalla possibilità di riciclare, la parte non
utilizzata del prodotto acquistato dai cittadini crea un problema di raccolta e
di successivo smaltimento, lavorazione e riuso dell’imballaggio. Anche assumendo
che la differenziazione dei rifiuti sia fatta correttamente e che tutti gli
imballaggi siano riciclabili, il volume da raccogliere e gestire rappresenta un
elemento del problema da affrontare. Questo tema è ovviamente legato al numero
di abitanti la città.
Sono circa 2
milioni e 800 mila le persone residenti a Roma. Se ognuna consumasse 1 litro di
latte a settimana, “creerebbe” oltre 145 milioni di bottiglie o di incarti da
riciclare in un anno.
Se ogni persona
residente a Roma bevesse 2 litri di acqua al giorno (come raccomandato) e solo
la metà utilizzasse acqua imbottigliata in confezioni da 2 litri (le standard
sono da 1,5), avremmo oltre 1 miliardo di bottiglie da avviare al riciclo!
Ove possibile sarebbe preferibile
utilizzare sempre di più contenitori o imballaggi riutilizzabili dal cittadino.
Quando questo non è possibile allora ben vengano incentivi fiscali volti a
facilitare l’utilizzo di materiale riciclabile o proveniente da materiale
riciclato (come fatto nelle ultime due leggi di bilancio). Volete un esempio di
incentivo? Aumentare l’IRES di 10 punti ai produttori e ai supermercati che non
forniscono il proprio prodotto “sfuso” ovvero dando la possibilità di
utilizzare un imballaggio portato da casa!
2. Occorre,
in ogni caso, affrontare il tema relativo ai materiali utilizzati per l’imballaggio
quando strettamente necessari e di quelli abbandonati in luoghi non deputati al
ritiro o non conferiti nei cassonetti come estintori, cassette di plastica, batterie
delle auto, televisori, materassi, materiale di risulta di lavori edili. L’elenco
potrebbe continuare; li definiremo materiali di difficile smaltimento.
Paradossalmente non affrontando i
due temi sopra posti e considerando le peculiarità della città, dove è
prevalente la “presenza di passaggio” (lavoratori che risiedono fuori del
comune e turisti) e la grande dispersione territoriale, il risultato è un
grande accumulo di sporcizia per le strade. Il tema dei (troppi) materiali
utilizzati per l’imballaggio e quelli di difficile smaltimento viene ad essere
esasperato da un metodo di raccolta oggi affidato ad un sistema misto di “porta
a porta” e “svuotamento dei cassonetti”.
I temi sono connessi e vanno
affrontati simultaneamente. Organizzare una filiera produttiva in grado di
gestire correttamente i materiali differenziati ed avviarli all’effettivo riuso
non può prescindere dall’aumento delle zone nelle quali avviene il ritiro di
materiale non chiaramente riciclabile come sopra definito. In questo senso gli
spazi adibiti alle iniziative domenicali dell’iniziativa “il tuo quartiere non è una discarica”
andrebbero adibiti costantemente a tale funzione. Altri spazi andrebbero
identificati ed attrezzati.
Inoltre, occorre modificare il
metodo di raccolta dove il “porta a porta” non è ancora attivo, in modo che
dopo il primo svuotamento del cassonetto, vi sia personale “a terra” che
rimuove il materiale non correttamente depositato o riciclato in modo da
riempire nuovamente il cassonetto e consentire il suo successivo svuotamento. Potrebbero
essere facilitate la costituzione di cooperative o di associazioni di persone
che vivono la situazione di degrado (i.e. di cittadini residenti nel quartiere)
cha affiancano la raccolta giornaliera dei rifiuti a fronte di una riduzione
della TARI.
domenica 2 settembre 2018
Anche Cottarelli diventa populista?
Non fatevi ingannare dal titolo de "La Stampa" di oggi che introduce uno scialbo articolo di Carlo Cottarelli. Sarà che Cottarelli ci ha abituato a analisi più serie, ma il suo articolo di oggi rasenta l'ovvietà.
Se mantenessimo il deficit sotto il 2% e facessimo scendere il rapporto debito / PIL non avremmo declassamenti operati dalle agenzie di rating, ne rimbrotti da parre della Commissione UE.
Un tema positivo lo colgo. Anche per mr. spending review un deficit più alto non è piu un tabù.
Anche lui, però, come per altri economisti della contabilità aritmetica come LBS, non parla mai del perché il nostro Paese cresce meno degli altri. Se l'incertezza politica si riflette sul costo del debito, la mancata crescita, l'anemia che ci perseguita da anni, non si risolve guardando alla matematica della contabilità pubblica, ma con investimenti pubblici e privati di qualità.
Quelli per mettere in sicurezza il teritorio sono indispensabili, ma per la crescita servono anche nuove infrastrutture fisiche e non. Apriamo la discussione su quali? E lasciamo l'economka aritmetica o dei decimali ad altri?
Se mantenessimo il deficit sotto il 2% e facessimo scendere il rapporto debito / PIL non avremmo declassamenti operati dalle agenzie di rating, ne rimbrotti da parre della Commissione UE.
Un tema positivo lo colgo. Anche per mr. spending review un deficit più alto non è piu un tabù.
Anche lui, però, come per altri economisti della contabilità aritmetica come LBS, non parla mai del perché il nostro Paese cresce meno degli altri. Se l'incertezza politica si riflette sul costo del debito, la mancata crescita, l'anemia che ci perseguita da anni, non si risolve guardando alla matematica della contabilità pubblica, ma con investimenti pubblici e privati di qualità.
Quelli per mettere in sicurezza il teritorio sono indispensabili, ma per la crescita servono anche nuove infrastrutture fisiche e non. Apriamo la discussione su quali? E lasciamo l'economka aritmetica o dei decimali ad altri?
sabato 11 agosto 2018
Chi vince prende tutto
Lo spoil system al centro del dibattito politico. Questa volta è il turmo delle Agenzie Fiscali che sono di competenza del ministro dell'economia, Tria.
Tutti i 3 capi agenzia sono stati rimossi. Tutti e 3 hanno lamentato che il processo di sostituzione non ha tenuto conto dei risultati ottenuti.
E quando mai lo ha fatto? E perché dovrebbe farlo?
Vi riporto una frase pronunciata nel 1832 dal senatore William L. Marcy: "to the victor belong the spoils." Questo modo di dire spiega accuratamente cosa sia lo spoils system: ogni volta che una nuova amministrazione arriva al potere, alcuni alti funzionari della pubbljca amministrazione vengono "scaricati" e altri, appartenenti al partito che ha vinto, prendono il loro posto.
Con buona pace del merito e, forse, dell'interesse del Paese.
giovedì 9 agosto 2018
Come non dare ragione a Gustavo Piga
Leggo oggi sul Sole 24 ore Gustavo Piga (GP) che scrive quello che molti economisti pensano, ma non dicono. Dov'è il programma economico del Governo?
Inutile dire che sono pienamente d'accordo con lui.
Nell'articolo ha finalmente individuato la terza via, quella della "non eccessiva correzione" come la strada che probabilmente l'esecutivo sceglierà di percorrere. La stessa di Padoan, che abbiamo percorso senza dirlo. Una via, quella della "non eccessiva correzione" lastricata di un mix di interventi che vanno dalla riprogrammazione della spesa (tetto alla spesa corrente e aumento di quella per investimenti), aumento dell'IVA e maggior deficit, il tutto nella speranza che l'economia cresca. Intanto, tutto questo porta maggior debito, almeno nel breve periodo.
Idealmente, quanto scrive GP mi suggerisce alcune riflessioni.
GP dimentica che, nell'era del populismo, si è sempre in campagna elettorale. Non premiano le scelte di lungo periodo, ma i 140 caratteri che dicono quello che le persone si vogliono sentire dire. Quindi perché programmare? E poi ci siamo mai attenuti ad un programma? Solo di recente abbiamo tentato un percorso di riforme. Il non avere un obiettivo ed un programma da seguire, sono la prima spiegazione di perché siamo dove siamo.
E qui la seconda considerazione. GP suggerisce, alla fine del suo articolo, che stiamo già giocando nella serie B mondiale e che il rischio è di rimanerci per sempre. Purtroppo è vero. E se la politica non riconosce questo agendo di conseguenza, semplicemente vuol dire che la situazione è anche peggio di come la scrive GP.
Infine, non sfugge che l'esito della partita che stiamo giocando passa anche per i risultati delle elezioni europee. Se l'onda populista, non solo italiana, dominerà la scena, il nostro Governo potrebbe avere una sponda per evitare di essere messa in procedura per disavanzo eccessivo, che - tecnicamente - potrebbe succedere anche domani, visto che l'Italia non rispetta, da tempo, la regola sulla riduzione del debito. Se così accadesse, Tria si troverebbe nella posizione di avere consentito al Governo di raggiungere i propri obiettivi e resterebbe al suo posto. Certo, in caso contrario, ci troveremmo con un governo in difficoltà, di cui Tria sarebbe il garante.
In breve, Tria ne esce vincitore. Si rafforza. Ma l'obiettivo dovrebbe essere quello di rafforzare l'Italia nell'Europa. Possono coincidere?
domenica 29 luglio 2018
Governare facendo campagna elettorale #sapevatelo
Nel saggio “The permanent campaign and its future”, Ornstein e Mann individuano uno dei principali problemi della politica moderna.
Secondo i due studiosi,
alcune tendenze tipiche della nostra epoca, come per esempio la crisi dei partiti e la
di usione dei nuovi mezzi di comunicazione, costringerebbero i politici a mettere in atto una campagna elettorale permanente per generare consenso e garantire la propria
sopravvivenza.
L’attività di comunicazione continua non si può fermare neanche quando si
viene eletti o si sale al governo: lo stesso concetto di “governare” (governing) è diventato
un sinistro sinonimo di “fare campagna elettorale” (campaign).
Vi ci ritrovate in quello che sta succedendo in Italia? Io si
Quale è il motivo di tutto ciò? La politica fa fatica a comprendere e gestire il presente e di conseguenza agisce per iniziative estemporanee,
unilaterali e controverse.
Ci dobbiamo adeguare o possiamo o tornare alla politica fatta di scelte? Vedremo. Serve una classe politica nuova.
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