domenica 2 settembre 2018

Anche Cottarelli diventa populista?

Non fatevi ingannare dal titolo de "La Stampa" di oggi che introduce uno scialbo articolo di Carlo Cottarelli. Sarà che Cottarelli ci ha abituato a analisi più serie, ma il suo articolo di oggi rasenta l'ovvietà.
Se mantenessimo il deficit sotto il 2% e facessimo scendere il rapporto debito / PIL non avremmo declassamenti operati dalle agenzie di rating, ne rimbrotti da parre della Commissione UE.
Un tema positivo lo colgo. Anche per mr. spending review un deficit più alto non è piu un tabù.
Anche lui, però, come per altri economisti della contabilità aritmetica come LBS, non parla mai del perché il nostro Paese cresce meno degli altri. Se l'incertezza politica si riflette sul costo del debito, la mancata crescita, l'anemia che ci perseguita da anni, non si risolve guardando alla matematica della contabilità pubblica, ma con investimenti pubblici e privati di qualità.
Quelli per mettere in sicurezza il teritorio sono indispensabili, ma per la crescita servono anche nuove infrastrutture fisiche e non. Apriamo la discussione su quali? E lasciamo l'economka aritmetica o dei decimali ad altri?

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