sabato 2 luglio 2016

A qualcuno piace caldo.

La situazione che si è venuta a creare dopo la Brexit è paradossale. Da un lato, sembra che il Governo  inglese non ha molta fretta di attivare le procedure di uscita. Farage, invece di dimettersi dal Parlamento europeo, preferisce mantenere la generosa diaria che gli è garantita dall'Europarlamento. Molto più coerenti altri sui colleghi, come Hill, che invece ha lasciato deleghe. Dall'altro canto, i Paesi europei, invece di lavorare per rafforzare l'Europa e correggere gli enormi sbagli commessi in nome del rigore finanziario e delle regole sugli aiuti di Stato, cominciano a prefigurare come attirare l'industria finanziaria che oggi vive allegra a Londra. 
Chi riuscirà nell'intento di portare l'industria finanziaria nel proprio paese, pensa di mettere un sigillo sul controllo del futuro dell'Unione. Così almeno si pensa. Non pensa, che in questo momento occorre collaborare e non cercare di prevalere. 
Intanto i mercati spingono al ribasso tutto, in particolare le banche. L'atmosfera si fa calda. Forse a qualcuno piace così. Una situazione tesa, dove lo spirito della crisi, spinge a emozionali scelte e - forse - errori. 

Eppure le condizioni eccezionali, previste dal Trattato dellUnione, ci sono. Continua a crescere il malcontento per la situazione economica e questo dà spazio a movimenti estremisti ma anche ai noeurini. Juncker è troppo vecchio per capire che la sua Commisisone non sta dando un futuro all'Europa. Merkel, Hollande e Renzi troppo preoccupati delle problematiche politiche interne. Nessuno si ricorda che da soli, i singoli Stati sono un boccone troppo facile nel mondo della globalizzazione. La Spagna, speriamo torni presto sulla scena e magari un po' meno filo tedesca. 

Matteo alza la testa. Non ti pavoneggiare mentre vai agli incontri con Merkel e Hollande. L'Italia ha risorse, uomini e competenze per presentare un documento per il riavvio dei motori europei. Guarda avanti e non pensare al tuo futuro, ma a quello dell'Italia. È il momento di farlo. Non importa se vinci o perdi il referendum se non abbiamo un futuro verso cui andare. 

Se a qualcuno piace caldo, a noi piace concreto. Il futuro. Ovvio. 

Nessun commento:

Posta un commento