domenica 24 luglio 2016

Pericle ha ancora molto da insegnarci.

La situazione politica mondiale è in subbuglio. Persi i tradizionali punti di riferimento, il mondo globalizzato è alla ricerca di un nuovo equilibrio. 

Alcuni pensano che nel disordine globale si possa pescare meglio. E credono che il senso della parola democrazia sia quello di consentire a chi ha i mezzi di influenzare il destino degli altri. Pensate alle teorie di Casaleggio, non certo sue, che teorizzavano la democrazia del web. Penso al discorso di Pericle ed ho i brividi pensando a come è mal interpretato da queste forze, a cui non so dare un nome o un aggettivo per definirle. 

Chi le chiama lobby, chi massoneria, chi gruppi di interesse. Il punto è che sono forze in grado di definire una strategia, finanziarla e se non porta dove avevano pensato, cambiano linea, alleanze. Sono forze disposte a pagare qualsiasi prezzo pur di ottenere il loro obiettivo. 

Un'Europa asfittica, senza capacità di reazione sul fronte internazionale, stretta tra il terrorismo, la disoccupazione, l'immigrazione, è quello che oggi queste forze vogliono. Alcuni sono semplici ed ignari strumenti di queste azioni, altri sono gli architetti, altri sono i mandanti. 

Purtroppo, le forze veramente democratiche in grado di contrastare questa situazione si stanno esaurendo. Sono poche le generazioni che ricordano e hanno studiato le democrazie, i sistemi autoritari, e che sono in grado di reagire a queste forze. 

Magari sbaglio. Magari si tratta dell'egoismo dell'animo umano che porta a cercare il proprio benessere a scapito di quello degli altri. Quelli che dicono "faremo del mondo un posto migliore" magari - a bassa voce - aggiungono "ma non per tutti". 

Pericle nel suo discorso, ad un certo punto dice: "Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla." 

Iniziamo d occuparci dello Stato, non a deriderlo o prenderlo in giro. Non votiamo per protesta o seguendo la moda; votiamo per esprimere un'idea. E se non ci sono idee da votare, discutiamo per costruirle. 

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