sabato 2 gennaio 2016

Quer pasticciaccio brutto delle regole europee sulle banche.

Ho letto il post di Piga sul suo blog (Perchè il debito pubblico italiano dopo la faccendaccia delle banche e meno e non più sicuro) ed ho iniziato a riflettere sul suo messaggio e su quanto ho scritto sul pasticciaccio brutto dei subordinati (leggi qui il post). 

Ecco le mie riflessioni:

1. Se lo Stato fosse intervenuto a ricapitalizzare le 4 banche in dissesto, avrebbe creato debito pubblico ovvero tasse future a carico di tutta la collettività. Nei casi peggiori, che avete visto possono esistere e non sono solo pura teoria, invece ad essere tutti i contribuenti a pagare per salvare una banca, sono solo coloro che hanno sottoscritto capitale di rischio (azioni e strumenti simili) dell'Istituto bancario in difficoltà. Perchè debba pagare il correntista - come prevedono le nuove regole europee - non mi è chiaro.  

2. Non ci sarebbe stato l'effetto educativo che invece, in questo modo, alla vigilia della nuova regolamentazione europea - c.d. bail-in - c'è stato. Ci siamo così ricordati che il rischio esiste e che non bastano i corposi prospetti informativi che firmiamo in banca ad evitarlo, ma serve qualcosa di più (deontologia e informazione) per mettere i risparmiatori a conoscenza del rischio. 

3. L'informazione e la trasparenza nascono utilizzando gli strumenti di mercato, sui cui i regolatori devono vigilare. Occorre che gli strumenti, autorizzati per il collocamento al cittadino, siano quotati; questo consente ai sottoscrittori, ma anche alle autorità di vigilanza, di seguire la rischiosità del titolo (e quella dell'emittente). Il servizio pubblico dovrebbe mettere una rubrica di formazione e informazione sulle quotazioni per far capire cosa si può capire dalle oscillazioni dei prezzi. 

5. Siccome chi quota un titolo prende dei rischi, se non ci fosse nessun operatore desideroso di quotare un titolo, forse ci sarebbe un'indicazione sul rischio ... e consiglierebbe di non far sottoscrivere quel titolo al cittadino. Ricordiamo, poi, che i titoli quotati dovrebbero essere assistiti da un rating.

6. Anche sottoscrivendo fondi di investimento, gli ETF o ricorrendo alla consulenza si corrono dei rischi. E' per questo che dovrebbero essere presi accorgimenti, come quelli che indico nel mio pezzo del 26 dicembre e sopra richiamato, prima che succeda qualche altro "pasticciaccio". 

7. Gli italiani non hanno risparmiato certo per far fronte alle crisi bancarie, a cui non siamo storicamente stati abituati, né con intenti speculativi; concordo con quanto dice Piga su questo punto (e non solo su questo punto).  

Finisco con una domanda: dei tre i pilastri della regolamentazione bancaria europea (organismo unico di supervisione, sistema unico di risoluzione delle crisi e assicurazione dei depositi comune) manca solo l'ultimo, che non si vede neppure all'orizzonte. Perché? Matteo fattelo spiegare la prossima volta che vedi Angela! 

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