sabato 10 dicembre 2016

Le tre parole chiave del prossimo programma di governo

Oggi si concludono le consultazioni al Quirinale e forse domani, dopo una dovuta pausa di riflessione, il Presidente della Repubblica conferirà l'incarico di Presidente del Consiglio

Le tre parole chiave dell'esecutivo devono essere: Economia, Economia, Economia. Soltanto riprendendo la crescita economica, infatti, possiamo dare risposta alle disuguaglianze che si sono create in 8 anni di crisi. La coesione sociale si nutre di una crescita che crea posti di lavoro, che genera risorse per politiche di inclusione sociale, che mette in sicurezza le imprese e le rafforza da un punto di vista patrimoniale. Non sarà facile, ma non è impossibile. Vediamo le mie proposte.

A. Economia.
La mia prima proposta è che il Governo, invece di utilizzare la Cassa Depositi e Prestiti su tutti i fronti di crisi, la utilizzi per la crescita economica. In particolare per:
  1. La progettazione ed il finanziamento delle ultime infrastrutture necessarie al Paese, in collaborazione con Ferrovie dello Stato e ANAS. Serve collegare i porti con le ferrovie, dopo aver scelto su cosa specializzare i diversi porti italiani per evitare di farci concorrenza tra di noi e non essere in grado di concorrere con i porti esteri. E' necessario terminare, entro l'anno, i collegamenti in banda larga su tutto il territorio nazionale. Occorre finanziare l'acquisto di nuovi  mezzi di trasporto su gomma (lo Stato e le Regioni pagheranno con contributi pluriennali.
  2. Il finanziamento della piccola e media impresa, fruttando in modo più profondo il Piano Juncker, per sostenere le imprese che innovano il processo ed il prodotto e quelle che si propongono di entrare nella manifattura 4.0. Non solo debito, ma anche capitale di rischio. 
  3. L'elaborazione ed il finanziamento di un grande piano per il turismo sostenibile nelle regioni del sud d'Italia.
B. Economia
La mossa però più necessaria è la riforma fiscale. Ridurre IRPEF e IRES si può e forse meglio avrebbe fatto il governo uscente a utilizzare le risorse spese per finanziare gli 80 euro e il job act per ridurre permanentemente il carico fiscale dell'economia. Occorre, poi, portare a conclusione la riforma di Equitalia e dell'Agenzia delle Entrate seguendo un principio: il 90% delle risorse umane devono essere a lavoro per aiutare i contribuenti e il 10% ai controlli. Le risorse arriveranno dall'aumento dell'IVA.   

C. Economia
L'economia ha bisogno di processi decisionali più celeri. Nella crisi del 1929, il tracollo dell'economia USA raggiunse l'Europa dopo circa 12 mesi. Oggi i fenomeni economici si trasmettono in 12 secondi. Il Parlamento si deve impegnare non solo nella legge elettorale, ma nel rivedere i propri regolamenti per assicurare un iter normativo che si deve chiudere in massimo 45 giorni. Le norme in campo economico devo essere per lo più di applicazione automatica e la dove non è possibile, occorre che i vari organi dello Stato - inclusa la Corte dei Conti e il Consiglio di Stato - collaborino ex ante e non facciano la caccia alle streghe ex post.

Ce la possono fare i nostri politici o penseranno solo a come modificare la legge elettorale? 

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