giovedì 8 dicembre 2016

L'importanza della legge elettorale

In molti si sono esercitati nell'esegesi del significato del voto di domenica scorsa. In molti tendono a ritenere che il voto sia stato politico e non tecnico, ovvero sulla materia posta a consultazione. 

Prevale, cioè, la tesi che si sia trattato di un voto di protesta contro l'esecutivo, per non aver saputo o voluto dare le risposte alle esigenze del Paese.

Io tendo a pensare che il voto sia stato sulla riforma. Il Paese ha paura di cambiare e lo ha detto con un secco NO alla riforma; esistono forti constituencies contro il cambiamento- Lo status quo sta bene a molti: ai senatori, alle Regioni, alla burocrazia generata dalla confusione di attribuzione dei poteri tra Stati ed Enti Locali e a chi lavora grazie alla a questa inefficacia. E l'elenco non finisce qui. 

Occorre ricordare che la riforma era stata mal digerita dal Parlamento ed il Parlamento altro non è che lo specchio della nostra società. Questo Parlamento e questo sistema politico, incluso il M5S, avevano la necessità che la riforma non passasse. 

Perché quando hanno voluto far passare la riforma costituzionale del 2001 i nostri partiti non solo l'hanno votata con i propri rappresentati in aula, ma hanno fatto in modo che anche la consultazione popolare avesse esito positivo. Per ricordare, con quella riforma e' stato modificato il titolo V della parte seconda della costituzione italiana (ossia la parte dedicata a comuni, province e regioni; vedi qui il dossier del Senato che spiega i cambiamenti operati). Vi faccio notare che i votanti alla consultazione popolare nel 2001 furono solo il 34,10% degli aventi diritto, di cui il 64,20% votò SI alla riforma costituzionale. 

Da non dimenticare - anzi da tenere a mente - che la discussione sulla riforma costituzionale del 2001 nasce il 30 giugno 1997. In aula sbarca, per iniziare il suo iter, il 26 gennaio 1998. La riforma viene approvata dal Parlamento l'8 marzo 2001. Quindi la riforma passa attraverso due diverse maggioranze parlamentari; il 30 maggio 2001 nasce infatti la XIV Legislatura della Repubblica Italiana, a maggioranza centro destra; quella precedente era a maggioranza centro sinistra.

Capito cosa consentì il passaggio di quella riforma e chi ne sono i padri? (vi aiuto: gli stessi che oggi hanno supportato il NO). Capite che passò una riforma per uno (strano) allineamento di interessi di due schieramenti politici che si "confrontavano" in quegli anni? Allineamento che oggi evidentemente non c'era e che forse ci sarà per modificare la legge elettorale. 

Perché ci sarà questo allineamento sulla legge elettorale? La nostra è, e resta, una Repubblica parlamentare nel quale il Presidente della Repubblica incarica una persona che ritiene in grado - dopo aver consultato i rappresentanti del popolo - di delineare un programma che viene presentato in Parlamento per ottenere la fiducia, ovvero la maggioranza dei voti in Senato ed alla Camera. 

Non esiste quindi un Governo tecnico, se non nella dialettica dei politici che hanno convenienza a scaricare scelte difficili o impopolari su persone non direttamente legate ai partiti, ma che si sono distinte per le loro capacità tecniche appunto.Vedi qui per trovare qualche curiosità sui cosi detti esecutivi tecnici; cosi detti perché le maggioranze che li sostengono sono politiche.  E le convenienze a sostenerli pure. 

Quindi cari cittadini, occhi aperti sulla riforma elettorale. Perché da essa dipende il futuro del nostro Paese. 

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