domenica 6 novembre 2016

Sì o No. Il referendum è solo una scusa per non fare politica.

Il referendum potrebbe essere l'ennesima prova di immaturità politica del cittadino italiano. E ovviamente dei partiti e dei movimenti politici italiani. 

Oggi ho chiesto a molte persone se andranno a votare. Quasi tutti hanno detto "sì". Non volevo sapere cosa avrebbero votato, ma la discussione si è subito aperta; e non sulla bontà della riforma costituzionale, ma sul governo. Il fatto è che, secondo questa piccola audience che ho intervistato stamane, il governo ha fallito nel risolvere la situazione. I temi a supporto di questa tesi sono stati: "ora il medico di famiglia non ti scrive neppure più le visite"; "l'immondizia per le strade cresce"; "siamo pieni di immigrati che vivono alle nostre spalle, tutto gratis e mio figlio non ha neppure un lavoro". 

Vi risparmio le frasi più crude, ma è evidente che nel voto del 4 dicembre sarà determinante - come sempre nelle elezioni - la pancia della gente, piuttosto che il sentimento e la ragione. Così la politica ci ha abituato. 

Questo lo sa anche Renzi, che ha cambiato il suo modo di approcciare la campagna referendaria. Ma contro la pancia della gente, le parole non bastano. Neanche le grida e le frasi strafottenti verso l'Europa possono servire. 

Occorre tornare alla politica. Quella che media le posizioni per realizzare il bene comune. Della necessità della politica, se ne accorgono tutti, anche il MS5, oggi di fronte alla sfida di governare; una volta chiamati ad amministrare, occorre contemperare esigenze diverse, che in campagna elettorale si uniscono nella protesta e quindi è facile coalizzare contro chi, in quel momento, sta governando. Facendo leva sull'insoddisfazione, si vincono le elezioni, ma non si governa. L'altro modo di vincere le elezioni è vendendo sogni, ma quando si governa la realtà mette a nudo la leggerezza con cui alcune affermazioni sono state fatte durante la campagna elettorale. 

Il Paese è stanco. Si attacca ancora ai sogni ed alla speranza. Al sogno di avere una classe politica in grado di governare, nella speranza di avere un futuro migliore. Non vedo consapevolezza nella classe politica dello stato del Paese. Troppa frammentazione nei partiti e poca voglia di fare scelte, sopratutto di metter da parte personalismi, per dare un futuro al nostro Paese. 

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