domenica 13 settembre 2015

Il tema dell'immigrazione e la speranza di un'Europa diversa.


Leggo sui quotidiani che nel Piano europeo per affrontare l'emergenza migratoria si sta discutendo di utilizzare la clausola degli "eventi eccezionali" per incentivare i Paesi all'accoglienza.

Non sono stupito. Nell'Europa dello zerovirgola non poteva che essere cosi. Vedere tutto sul piano del rapporto indebitamento rispetto al Pil. 


Non si spiega perché questa clausola non sia stata utilizzata per chiedere (non giustificare) agli stati europei di seguire una politica economica in grado di contrastare la disoccupazione giovanile legata ad una crisi economica eccezionale. Da molti ritenuta più profonda di quella del 1930. Non era questa una circostanza eccezionale tale da chiedere all'Europa di definire una politica economica diversa? 


E non parlo di una politica passiva (ecco perché non uso il verbo giustificare) ma di una strategia europea, definita comunemente dagli Stati, e posta in essere in modo congiunto. 


Come politica passiva sembra essere il giustificare un maggior deficit in nome dell'accoglienza degli immigrati. 


Perché oggi la discussione in Europa é su come far fronte al flusso di immigrati e non su come affrontare il vero motivo di quanto sta accadendo: far uscire i paesi dai cui provengono i profughi dalla miseria. Un piano per il loro sviluppo economico e sociale, che abbandoni la logica della misericordia molliccia, dei selfie con gli immigrati, delle marce con i piedi scalzi. 


Un piano fondato sui valori che ci portarono al Trattato di Roma. Costruito con gli stessi valori. 


Ma un'Europa incapace di essere esigente verso il suo futuro e legato allo zerovirgola può essere capace di partorire un simile Piano? Un Piano che non definisca quello che l'Europa vuole, ma quello che quei Paesi vogliono. Senza tollerare le intemperanze.


Superare la logica dell'accoglienza nata sull'onda del dramma umanitario, non deve farci dimenticare che i Paesi vicini a quelli dai quali i profughi provengono sono in grado di  accogliere gli emigranti e sopportare i costi di quanto sta accadendo. 


Mentre siamo ancora capaci di poterlo fare, i politici europei devono avere un mente il tema geopolitico che si cela dietro i flussi migratori e trattarlo al di là dell'emergenza. 


Ma quest'Europa dei noeueini sarà in grado di capirlo? 

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