sabato 11 aprile 2015

Cosa vorrei trovare nel DEF infrastrutture

In Italia partiamo sempre dalla fine. Parliamo di come finanziare le opere senza chiederci quali infrastrutture servono per garantire un futuro al Paese e di qual'è l'interesse pubblico che deve essere perseguito o tutelato. 

Occorre scardinare le metodologie di lavoro seguite sin qui e lavorare per favorire l'iniziativa privata in grado di realizzare una crescita virtuosa dell'economia. 

Partiamo dall'inizio. Non serve improvvisazione, né di stereotipi di sviluppo o di totem da utilizzare per fini elettorali. La politica deve avere il primato della scelta, della visione di quello che necessita al Paese. Questo processo (quello della scelta) ha un suo percorso democratico (elezioni e consultazioni via web se volete) ed ha necessità di coerenza nel tempo. In altre parole: se sia celglie bene e democraticamente le opere sono utili e vanno avanti indipendentemente dal colore del governo. 

Si possono creare gravi danni al territorio se nei processi di identificazione delle priorità non si valutano costi e benefici degli interventi, se non viene tenuto presente l'ambiente socio economico nel quale si opera, ma sopratutto se non si tiene fermo l'obiettivo e lo si realizza in tempi ragionevoli. 

Identificate le priorità, si passa all'attuazione. E qui si deve coinvolgere il settore privato. E questo non per i vincoli di bilancio che spesso vengono invocati come motivazione per coinvolgerlo, ma perché solo con un corretto partenariato tra il settore pubblico e quello privato si può ottenere uno sviluppo (grazie all'imprenditorialità privata) virtuoso (grazie al controllo pubblico delle finalità dell'intervento del privato ed al suo continuo monitoraggio).

Affinché il partenariato sia corretto, occorre un'elevata preparazione dell'Amministrazione pubblica, in modo che possa ottenere un'allocazione efficiente e corretta dei rischi. L'elevata preparazione serve per non avere un'asimmetria di conoscenze tra il privato, che può disporre delle più aggiornate competenze (le compra al bisogno) e il pubblico che spesso non può ricorrere alla consulenza (che parolaccia!) e non ha una formazione ed un aggiornamento costante. L'elevata preparazione consente all'amministrazione di capire gli interessi in gioco e di regolarli, con trasparenza, in modo da raggiungere l'interesse della collettività. Di qui l'importanza citata all'inizio di chiarire le priorità e l'interesse pubblico da perseguire. 

Non è questione di etica, ma di funzioni obiettivo. Il privato si attrezza e spende per ottenere la massimizzazione del profitto. L'Amministrazione non ha invece i mezzi per massimizzare gli interessi pubblici. 

Spero che nel Def ci sia un qualche segnale di programmazione e di spinta verso una amministrazione più formata. 


Nessun commento:

Posta un commento