mercoledì 8 giugno 2016

Matteo, le elezioni a questo giro, le ha vinte Silvio. Ora fate vincere l'Italia.

Non leggo nel pensiero del nostro Primo Ministro. Sono certo però che nella sua strategia qualcosa è destinato a cambiare. 

In primis l'atteggiamento. Le cose fatte da questo governo sono impressionanti; si può non concordare con l'ordine delle priorità e con alcune scelte, ma le cose si sono mosse. E tanto. Ma l'atteggiamento personale del Premier non facilita la costruzione di un futuro politico del nostro Paese. Non deve essere sempre "tutto contro tutti" o del "dopo di me il nulla". Si deve saper vincere con classe. Ma anche perdere. Anche perché quando si esce dal confine nazionale, la forza del Paese dipende dalla coesione politica dello stesso. Quando si va fuori, non esiste governo e opposizione, ma il Paese; le polemiche leziose interne vengono amplificate all'estero e non fanno bene alla nostra posizione internazionale. 

La seconda cosa destinata a cambiare sono le alleanze. Per fare le riforme di cui sentiamo il bisogno c'è bisogno di ampia condivisione nel Paese e quindi nel Parlamento. Ma con chi allearsi? Forse, prima di tutto, col proprio partito ed il proprio elettorato. Poi con un personaggio discusso, ma pur sempre senatore della Repubblica e a capo di un partito ancora presente agli elettori. Discutere apertamente delle riforme necessarie e poi approvarle. In modo trasparente. Basta slogan malpancisti, serve dibattito sulle idee. 

La speranza: cambi finalmente modo di fare politica in Italia. Aperta ai cittadini, che guardi al futuro, trasparente. La politica delle idee, insomma, e dei sogni. 



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