sabato 31 marzo 2018

La politica della rete, la nuova tirannia

Nel mio post scritto la mattina del 5 marzo avevo indicato la traccia di quello che sta accadendo. I partiti tradizionali sono persi in una battaglia di attesa. Nelle trincee della vecchia politica, sperano in un passo falso dei "vincitori". Sperano in un Governo che ci riporti presto alle elezioni, mentre dovrebbero pensare a come ricostruire un'offerta politica alternativa, centrista, europeista. Che faccia dello sviluppo e della difesa della dignità umana il proprio punto politico. 

Serve tempo, un leader, un messaggio. Non serve stare ad aspettare in trincea. Il Paese è da sempre duale, da un punto di vista economico. Il Nord, produttivo, trainante. Un sud che vive prevalentemente di aiuto pubblico e che fa di questo una comoda scusa per non crescere e diventare adulto. L'eterna incompiuta, si potrebbe dire. 

A questo dualismo economico oggi corrisponde un dualismo politico. Non più la DC a fare da collante, con le sue correnti che rispondevano a due (o più) Italie diverse. Non più un'opposizione di sinistra, legata a valori diversi, non prevalenti, ma in grado di controllare la balena bianca e di metterla in condizione di nuotare. Oggi i partiti e i movimenti dicono quello che le persone si vogliono sentirsi dire. Come prima. Usano i mezzi disponibili. Come prima. E come prima, pensano al potere e non al Paese. 

La scomparsa dei vecchi partiti ha solo a che fare con la mancanza  di un leader e di un messaggio, che invece M5S e Lega hanno. Aveva sia uno che l'altro il PD (Europa e Letta prima e Rottamazione e Renzi poi). Riduzione delle tasse e Berlusconi erano il messaggio ed il leader del centro destra.

Purtroppo, però, come diceva Platone la politica è buona solo se si occupa del bene collettivo. Che non significa dire alle persone quello che si vogliono sentire dire.

Siamo all'anticamera della tirannia, non di una persona, ma della rete e dei pochi che la controllano. Tutti pensano di contribuire e di partecipare, ma non capiscono di essere nella trappola della rete.

Abbiamo bisogno di tornare a pensare all'interesse pubblico, quello vero. Se così sarà, anche la seconda parte del mio post sarà verificato. Un governo che non perda tempo nella lotta per il potere, ma pensi al noi e non all'io. Se così sarà, potremo difenderci dalla nuova Tirannia della rete. 

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