Nel nostro Paese abbiamo dimenticato il gusto di discutere per costruire, mentre abbiamo sviluppato fortemente la discussione polemica e distruttiva.
Se una cosa va riconosciuta al Governo Renzi è la capacità di discutere, ma anche di prendere decisioni. Aprirsi al dibattito non è sinonimo di non voler decidere, ma una necessità per costruire al meglio una proposta, un lavoro, un paper, una ricetta.
Sui temi politici ed economici, ad un certo punto della discussione, ci sarà sempre qualcuno che farà la sintesi e deciderà.
I giornalisti hanno un grande ruolo da giocare: invece di inseguire la polemica possono, e spesso lo fanno, alimentare il dibattito è la discussione, senza polemica.
E noi italiani dovremmo discutere internamente sulle scelte e sulle politiche, ma essere sempre fieri del nostro Paese e difenderlo ad ogni occasione.
Basta polemica, più discussione democratica. Con questa ricetta usciamo dalla crisi e torniamo ad essere rispettati.
Lavoro per il futuro del mio Paese e amo la mia famiglia. Ho iniziato un blog per metterci i miei suggerimenti alla Politica. E' una forma di partecipazione attiva. Sostengo chi ha a cuore il futuro dell'Europa e del nostro Paese. @LourdePatte
sabato 24 gennaio 2015
sabato 3 gennaio 2015
Canone Rai? Leghiamolo agli ascolti!
Canone Rai? Puntiamo sugli ascolti
Questo mi sarebbe piaciuto sentire da Matteo Renzi a proposito di Rai. Eh già perché se vogliamo puntare su una televisione di qualità dovremmo pensare contenuti e non come far pagare il canone.
A questo pensa la tecnologia. Basterebbe utilizzare una smart card come si fa per tanti altri abbonamenti e chi veramente ha voglia di vedere i programmi della Rai dovrebbe semplicemente acquistare la carta.
Certo in questo modo rischia di crollare tutto il baraccone Rai, perché senza l'abbonamento, obbligatorio, equiparato ad una tassa, che ti arriva casa con una lettera dell'agenzia delle entrate, non è detto che la qualità dei programmi sia veramente tale che il pubblico voglia pagare per vedere i servizi offerti.
Questa sarebbe la vera rivoluzione nella televisione pubblica altro che informazione e servizi pubblici.
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